Coppie omosessuali e diritti successori: problematiche e rischi.

Il diritto successorio in Italia rappresenta una questione delicata per molte coppie, ma lo è in particolar modo per le coppie omosessuali che non hanno formalizzato la loro unione attraverso l'istituto dell'unione civile. Le differenze tra coppie si uniscono civilmente e quelle che non lo sono possono essere significative e avere conseguenze importanti nel momento in cui uno dei partner venga a mancare.


Le coppie si uniscono civilmente: diritti e protezione.

Dal 2016, con l'introduzione della Legge Cirinnà, le coppie omosessuali hanno la possibilità di unirsi civilmente, garantendosi così un quadro giuridico che regola anche i diritti successori. La legge afferma che, una volta che i partner hanno formalizzato l'unione civile, acquisiscono diritti simili a quelli delle coppie eterosessuali sposate, tra cui il diritto di successione legittima. In pratica, in caso di morte di uno dei due partner, il superstite è considerato erede legittimo, garantendosi così la quota di legittima e, quindi, la protezione patrimoniale. 

Un esempio pratico può chiarire questa situazione: Mario e Paolo sono uniti civilmente. Se Mario dovesse morire senza lasciare un testamento, Paolo avrà diritto a una quota dell'eredità pari a quella del coniuge di una coppia eterosessuale, anche nel caso in cui vi siano altri eredi, come genitori o fratelli di Mario. Questo Paolo protegge da eventuali pretese che potrebbero essere avanzati da altri familiari. 


Coppie non unite civilmente: assenza di tutela giuridica.

La situazione si complica notevolmente per le coppie omosessuali che non hanno scelto di unirsi civilmente. In assenza di un riconoscimento giuridico della relazione, il partner superstite non gode di alcun diritto successorio automatico . Se uno dei due dovesse venire a mancare, il partner non avrebbe diritto di ereditare alcunché, a meno che il defunto non abbia redatto un testamento che lo include esplicitamente . 

Un caso esemplare potrebbe essere quello di Luca e Giovanni, una coppia non unita civilmente, che vive insieme da molti anni. Se Luca dovesse morire senza testamento, l'intero patrimonio di Luca verrebbe ereditato dai suoi familiari più prossimi, come i genitori oi fratelli, escludendo completamente Giovanni. Questo può creare situazioni di forte disagio, soprattutto se il patrimonio include beni condivisi, come la casa in cui la coppia ha vissuto per anni. Giovanni, pur avendo contribuito economicamente o affettivamente, si potrebbe trovare improvvisamente privo di qualsiasi diritto sulla casa e doverla addirittura lasciare.


Il testamento come forte strumento di tutela. 

Per le coppie non unite civilmente, redigere un testamento è l'unico strumento in grado di offrire una certa protezione al partner superstite. Attraverso il testamento, il defunto può disporre dei propri beni secondo la propria volontà e includere il partner tra gli eredi. Tuttavia, anche con un testamento, occorre prestare attenzione ai limiti imposti dal diritto successorio italiano. Infatti, il nostro ordinamento prevede delle quote di riserva per alcuni eredi legittimari (come coniugi, figli e, in alcuni casi, genitori), che non possono essere esclusi dall'eredità. 


In sintesi, per le coppie omosessuali non unite civilmente, il rischio di non avere alcuna protezione successoria è concreta. In assenza di un'unione civile o di un testamento, il partner superstite si trova escluso dall'eredità del compagno, con tutte le conseguenze economiche e pratiche che ne derivano. Diventa quindi fondamentale, per chi decide di non unirsi civilmente, prendere in considerazione l'opportunità di redigere un testamento chiaro e preciso per evitare spiacevoli sorprese e tutelare i diritti oltre che il futuro del partner.